Questa settimana: vita di coppia, punti di vista e sistema nervoso.
È il 12 agosto 2024.
Suona la sveglia: sono le 6:00.
La maledico e mi maledico. In questa giornata di ferie in agosto, alzarmi all’alba è l’ultima cosa che vorrei fare; ma è tutta colpa mia!
È stata mia, infatti, l’idea di proporre un’estate all’insegna del benessere, del cibo sano, e delle mattutine camminate in montagna. A dire il vero la mia, più che una proposta, è stata una dichiarazione d’intenti, che Danilo ha accolto senza ribattere.
Ma, se proporre buoni propositi mi riesce facile, mantenerli mi impone una piccola violenza. Per quanto mi riguarda, dubbi e timori incombono solo alla soglia dell’esperienza, prima vivo di entusiasmi. Per questo tocca a Danilo mettere la sveglia, e decidere la meta.
Raccolgo tutte le forze e mi alzo. Danilo prepara il caffè, mentre io mi trascino verso la cucina. Ci muoviamo silenziosamente per non svegliare Dora e i nonni, che avrebbero passato una tranquilla mattinata in giardino.
Usciti di casa, il cielo del mattino e il sole ancora arancio mi conquistano. Sento salire l’entusiasmo per la mattinata che ci attende, tutta per noi.
Alle 6:45 partiamo da casa: direzione Cuneo, per poi salire in Valle Stura. Stimiamo di iniziare la camminata poco dopo le otto. Siamo in strada con la nostra auto, quando, fermi alla rotonda, un furgoncino ci tampona. Un colpo secco.
Il collo accusa l’urto, il cuore aumenta i battiti, il respiro diventa faticoso: il caos ci avvolge per qualche secondo. Accostiamo nel parcheggio di fianco alla rotonda: la nostra macchina ha una bel bozzo nel cofano, il camioncino non ha danni. Il tizio che ci ha tamponato ci sembra un po’ confuso e nessuno di noi ha il modulo per la constatazione amichevole.
Io ho sonno. Vengo assalita da un sonno assoluto, improvviso. Mi muovo con la lentezza di un bradipo, tra uno sbadiglio e l’altro. Insomma, mentre Danilo inveisce al telefono con vigili e carabinieri, che non sembrano propensi ad aiutarci, io mi farei un bel pisolino.
Pigrizia inaspettata?
No, follie del sistema nervoso. Il sistema nervoso è un apparato complesso e affascinante che ho imparato a conoscere grazie a beghe personali. In ogni caso il mio, nelle situazioni di pericolo, non per forza reale ma anche solo avvertito potenzialmente minaccioso, tende all’immobilizzazione rettiliana.
Quello di Danilo, invece, tra attacco e fuga, decisamente attacca!
Insomma, lui grida, io sbadiglio. Un momento che ricordato ora, mi fa davvero ridere.
Arrivano i carabinieri, compiliamo tutto, sventiamo il furto del mio smartphone da parte del tizio che ci ha tamponato (questa è un’altra storia ma non sto tediarvi), e ci rimettiamo in macchina.
Danilo non mi chiede nulla sul da farsi, semplicemente si dirige verso la nostra meta originaria. Io, invece, inizio con i miei sani dubbi da ex ipocondriaca: mi fa male la cervicale, dovrei farmi controllare in ospedale? E se fosse un colpo di frusta? Ma poi ormai sono le 8:30, a che ora arriviamo al rifugio? Farà troppo caldo, è troppo tardi… torniamo indietro?
Danilo, replica: “Sabri, non vorrai mica ricordare questa come la giornata in cui ci hanno tamponati, invece che la giornata in cui siamo saliti al Migliorero?”
Taccio. Colpita e affondata. Gli propongo di arrivare alla base, fare colazione e poi decidere il da farsi. Ma la verità è che quella frase mi ha già convinta a salire in cima, nonostante il colpo di frusta, il caldo, nonostante tutto.
Arriviamo al bar delle Terme di Vinadio, facciamo colazione, compriamo una crema solare (sono la donna meno fornita di questa terra: di solito viaggio con un kit di sopravvivenza composto da fazzoletti, carta di credito, e cellulare).
Il sentiero ha una pendenza di 600 metri, distribuita su due ore abbondanti di camminata. Dopo 15 minuti dall’inizio, sto letteralmente boccheggiando. Il cartello indica che mancano ancora due ore.
Io inizio: “Non è possibile, come si fa con questa pendenza? Sarà un tempo approssimativo, saremo su in molto meno!” (No, i cartelli in montagna non sbagliano, puoi metterci di più, raramente di meno).
Per me, la prima parte del cammino è sempre la più ardua, perché metto in discussione l’arrivo al traguardo, ma poi inizia il divertimento. Il paesaggio è incredibile, la flora meravigliosa, l’aria mi riempie i polmoni e non fa poi molto caldo, siamo a circa 2000 metri di altezza.






A un certo punto nasce in me anche uno spirito competitivo, devo arrivare in cima e arrivarci in fretta! Danilo mi consiglia di permettermi delle soste, per osservare il panorama. Io guardo tutto ma sono concentrata, mi fermerò al ritorno.
Dopo due faticose ore, Danilo mi indica il rifugio in lontananza.
Arrivati al rifugio, lo spettacolo è di una bellezza rara. Siamo così piccoli circondati da quelle vette. Tra me e il fiore, poco cambia, siamo due briciole rispetto all’altezza di quelle montagne.
Quando mi trovo in montagna avverto un sentimento di spiritualità maggiore, trovo che ci sia qualcosa di divino in quella bellezza, e nel tentativo umano di salire sempre più in alto.
Io e Danilo abbiamo i volti paonazzi e le gote felici di chi ce l’ha fatta. Sbraniamo un panino e poi ci mettiamo fuori a goderci il panorama. Ce ne saranno di più spettacolari, ma quel giorno per me, il panorama dal Migliorero è il più bello del mondo.
Al ritorno, mentre mi concedo le soste e il silenzio, rifletto. É proprio come oggi, che io e Danilo funzioniamo. Sono io a dare l’input, con un tocco di severità, non lascio molto scampo. Danilo, se approvato l’input, esegue: cascasse il mondo va portato a termine. Io porto l’audacia di proclamare un desiderio. Lui gambe forti, agilità nel movimento, il coraggio e la caparbietà di portarlo a termine senza se, e senza ma.
Ho scattato tante foto per ricordare quel giorno. Mi aiutano nei momenti in cui il nostro incastro di coppia traballa.
Ci sono giorni in cui il caos, la routine, i to do, ci rendono scoordinati. Ma so con certezza che ci sono altri giorni in cui sappiamo muoverci perfettamente l’una a supporto dell’altro, come in una coreografia di coppia di uno splendido balletto.
Domani è San Valentino. Sarebbe bello poter salire in montagna.
Almeno con la mente, potremo farlo!
Vita da coppia
Ora se ti va, ricorda anche tu un giorno perfetto con il tuo o la tua partner: quello in cui, seppur nella vostra unicità, vi siete mossi all’unisono.
Quel giorno in cui la diversità dell’altro, è stata funzionale. Chi sprona? Chi esegue? Chi propone? Chi non demorde?
Puoi scriverlo o fare un disegno, e custodirlo anche solo per te. Oppure puoi condividerlo con il tuo amato o la tua amata, domani.
Torna a quel momento quando le cose non funzionano: ti ricorderai il motivo preciso per cui state insieme.
L’amore meriterebbe tutto il calendario e non solo una data, ma gustati anche questa. Buon San Valentino! 💘
Punti di vista
Quando raccontiamo la disavventura del tamponamento, c’è chi dice: “Cavoli, quest’anno tra questo incidente e le perdite di acqua a casa, siete stati stati proprio sfortunati!”
Mi scatta una risata rumorosa, che desta attenzione.
Rispondo :“Per me, è stata una delle vacanze più belle!”
Ed è proprio così, la scorsa estate mi sono sentita forte e appagata come non mai.
La vita è una questione di punti di vista: scegli il tuo!
Playlist
L’amore e i miei pezzi preferiti: il primo per sempre, il secondo per oggi:
Per due che come noi, Brunori Sas
Dalla libreria
La grande fabbrica delle parole, Valeria Docampo Agnès de Lestrade, Terre di mezzo.
Un libro irrinunciabile. Insegna che le parole che arrivano dal cuore sono quelle più semplici, pronunciate con amore.
Mi piaci (quasi sempre) di di Anna Llenas, Gribaudo.
Perché la stessa caratteristica di una persona a volte ci piace e a volte ci dà fastidio? Lolo e Rita sono molto diversi tra loro e accettare la diversità non sempre è facile.
Ti è piaciuta questa newsletter? Contribuisci a far arrivare Sirenamente lontano e condividi la pubblicazione. Grazie! 💗
E tu, ti rispecchi nella storia che ti ho raccontato oggi?
La frase di Danilo ha svoltato la giornata, la tua fiducia in lui e nei tuoi mezzi, l’ha resa possibile.
Bravissimi ❤️