Diario di un’arteterapeuta su genitorialità, infanzia e vita vera.
Ciao!
Oggi voglio affrontare un argomento impegnativo, da un punto di vista luminoso e rassicurante: bambini in terapia, che affrontano un percorso di sostegno psicologico.
Anche se pensi di non essere in target, ti consiglio comunque la lettura. Poi, fammi sapere se l’hai trovata interessante! Solo una cosa prima di cominciare: se non sei già iscritta o iscritto alla newsletter, fallo ora!
Iniziamo così: quando un membro della famiglia, che sia un bambino o un adulto, inizia un percorso terapeutico, influenza non solo il suo modo di vivere, ma anche quello delle persone con cui si relaziona.
Alcune dinamiche familiari cambieranno, e nessun elemento potrà essere escluso dall’evoluzione: si camminerà uniti verso una meta, dove tutti staranno meglio. Questo è il progetto.
I benefici e le difficoltà non saranno solo del paziente, l’intera famiglia dovrà abilitarsi affinché i bisogni di tutti vengano nutriti e rispettati. Perché?
Una persona che accusa un disagio, sia esso di natura emotiva, cognitiva, psichica o post traumatica, dovrà attingere a tutte le sue risorse per crescere, aumentare la propria consapevolezza, rinnovare l’autostima, modificare il modo in cui si difende dalle difficoltà, renderlo funzionale, perdonare, osservare e affrontare le proprie paure.
Ti sembra poco? Immagino di no.
Questo genererà un cambiamento migliorativo, ma sicuramente netto, che influenzerà e coinvolgerà anche chi gli sta accanto.
E cosa succede quando a venire a far terapia è un bambino?
“Ma è solo un bambino!” Pensano in molti.
“È una cosa tremenda!” Pensano altri. (In realtà, le cose tremende sono ben altre, ma non siamo qui a parlare di questo, ora).
Ti farò una rivelazione: fare terapia non è affatto noioso! E non è pura sofferenza, anzi: può essere divertente, soprattutto per i bambini.
E finirai con l’avere un tesoro tra le mani.
Se il bambino mostra malessere, è necessario iniziare a lavorare con lui. Questo non esclude anche un percorso alla genitorialità, anzi: è bene portare avanti entrambe le cose. E di farlo in maniera serena: tutti noi possiamo crescere ed evolverci, come esseri umani, come figli, e genitori.
Questo percorso sarà luminoso e positivo.
Una piccola anima che manifesta il suo disagio è funzionale, suona inconsapevolmente un campanello d’allarme affinché qualcuno si adoperi per il cambiamento. E noi possiamo solo essere grati a questo bambino, che ha ancora tutta la vita davanti, un futuro aperto, e che piano piano illuminerà la strada da seguire.
Tutti ne trarranno giovamento e avranno l’opportunità di migliorarsi.
Quindi: bando ai sensi di colpa, bando al timore del giudizio e dell’ignoto.
Soprattutto quando sono i nostri figli a suonare il campanello, esseri così piccoli ma tanto coraggiosi, non si può far altro che aprire la porta, guardare cosa c’è dentro con coraggio e offrire loro sostegno e amore.
E tu? Hai pensato qualche volta di andare in terapia ma hai paura? Non capisci cos’è, ma c’è qualcosa che ti frena? Chiedimi quello che vuoi, sarò felice di aiutarti.
Facciamo chiarezza
A proposito di terapia, quali sono gli specialisti dell’infanzia?
Il neuropsichiatra infantile: si occupa dei disturbi neurologici, psichiatrici e del neurosviluppo in età evolutiva (0-18 anni). Verifica la presenza di patologie ed è colui che fa la diagnosi.
Il logopedista: si occupa dei disturbi del linguaggio, della comunicazione, della voce, della deglutizione e dell'apprendimento quali dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia.
Lo psicomotricista: si occupa di cura e riabilitazione delle malattie neuropsichiatriche infantili. Può essere utile a bambini con difficoltà nel movimento, nella coordinazione o che faticano a staccarsi dall'adulto per giocare, oppure per i piccoli che non riescono a gestire la frustrazione o la rabbia.
Lo psicologo infantile: aiuta i giovani pazienti a superare le sfide emotive, comportamentali e di apprendimento.
L’arteterapeuta: aiuta i bambini a esplorare, esprimere ed elaborare le risposte emotive relative alle loro esperienze, a volte troppo complesse da raccontare a parole.
Sono solo brevi descrizioni, se hai domande o ti serve un confronto, scrivimi: ti risponderò con piacere!
Dalla tv
Sto scrivendo la newsletter il 25 novembre, la giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, e mi è tornata in mente una miniserie TV che ho visto di recente.
MAID è una miniserie intensa e formativa, sotto molti aspetti.
Alex è una madre che fugge da una relazione violenta e supera la condizione di senzatetto per creare una vita migliore per sua figlia, Maddy.
Prima di lei, sua madre aveva subito violenza domestica.
MAID racconta perfettamente ciò che succede nella realtà: la catena della violenza è difficile da spezzare una volta che la si conosce da bambini.
Non aspettare domani, rompila subito! Se lo farai tu, non dovrà farlo tua figlia, o tuo figlio.
Ricorda: la violenza non è solo fisica. Anche chi insulta e aggredisce verbalmente perpetra una violenza e crea una ferita non meno dolorosa.
Dalla libreria
Guizzino di Leo Lionni, Edizioni Babalibri
Anche un brutto evento può trasformarsi in bellezza, libertà e forza.
Il Buco Edizioni Gribaudo, di Anna Llenas
Chi non ha mai sentito un profondo senso di vuoto? Come si fa a riempirlo? Scompare mai? Le risposte a queste e tante altre domande, illustrate divinamente in questo libro. Per grandi e piccini.
Tutti i disegni, le animazioni e le elaborazioni delle immagini sono creati da me e di mia proprietà! Se vuoi condividerle puoi farlo insieme al nome della loro autrice, grazie!