Questa settimana: cosa succede quando incontriamo un adolescente.
Ciao!
Ti stai chiedendo se questa sia l’ennesima newsletter sulla nota serie tv? No, non lo è. Ma sì, parla di adolescence: non di una, ma di tutte (o quasi).
Questo post nasce da ciò che mi è rimasto attaccato addosso dopo il primo incontro di arteterapia con un gruppo di adolescenti.
Riporto emozioni e pensieri per mia necessità, perché ne sono stata travolta, e perché penso possa essere utile condividerli.
È da parecchio tempo che avrei voluto lavorare con questa fascia d’età: tanto fragile quanto poco richiedente.
Gli adolescenti vagano, raramente si lasciano toccare. I genitori non decidono più per loro, e loro non sempre sono capaci di scegliere il meglio per se stessi. Sono sfuggenti, guardano altrove. Con i capelli davanti agli occhi non scorgono l’ampio orizzonte, ma solo il passo successivo.
Poi, è arrivata l’occasione.
Nonostante questa settimana sia una delle più dense dell’anno per me, io continuo a tornare lì, a quell’incontro. Non posso non scriverne: è l’unica cosa di cui voglio parlare ora.
Ho visto ferite, dolore, rabbia, e sentito una frustrazione sorda, profonda. Mi sono chiesta cosa potessi fare per loro e mi sono sentita inutile. Ti è mai successo?
Ogni adolescenza coincide con la guerra
Che sia falsa, che sia vera
Ogni adolescenza coincide con la guerra
Che sia vinta, che sia persa“Ogni adolescenza”, Tre Allegri Ragazzi Morti
C’è un principio fondamentale che chiunque operi in ambito terapeutico ed educativo deve sempre tenere a mente: non possiamo salvare nessuno. Se qualcuno si salva, lo fa da solo. Io sono testimone del suo processo, sono sguardo, sono presenza, sono supporto.
Incrociando gli sguardi degli adolescenti puoi vedere paura, sfida, tormento, angoscia, rabbia, solitudine.
Non stentano a mostrarli, te li sbattono in faccia. Tramite il silenzio o con un gran frastuono, poco importa: fanno rumore entrambi allo stesso modo.
Così ho ripensato alla mia, di adolescenza: allora, mi è sembrata terribile e infinita.
E non ti vantare se la tua è stata mondiale
La mia sembra solo un fatto personale“Ogni adolescenza”, Tre Allegri Ragazzi Morti
Quando ripenso a quegli anni, quel dolore mi sembra così distante. Mi devo sforzare per ricordare: ma ci sono passata, ho cicatrici che sono rimaste disegnate sulla mia pelle.
E non mi dire che non mi conosci più
Che ti sei dimenticato
Non mi dire che non mi ricordi più“Ogni adolescenza”, Tre Allegri Ragazzi Morti
Così, mi sono chiesta come rispondere alla frustrazione e al senso di impotenza. Il pensiero che finiti gli incontri tutti staranno bene è un pensiero magico, non realistico.
Cosa avrei voluto facessero per me da adolescente? Mi sarebbe servito qualcuno che cancellasse la mia fatica?
No.
Quella fatica è ciò che serve per crescere. Certo, vorremmo che tutti gli adolescenti del mondo ne facessero il minimo possibile, ma evitarla non è possibile e neanche utile.
Ho ripensato a me alla loro età.
Avrei voluto essere vista, quindi li guardo uno ad uno.
Avrei voluto sapere che poi passa, mi faccio esempio.
Avrei voluto ci fosse desiderio, quindi porto loro l’atto creativo.
Credo che esserci possa essere l’unica cosa che potrò fare anche da madre, quando Dora sarà adolescente. Il sentiero impervio sarà il suo, non potrò percorrerlo con lei. Ed è giusto così, il buio si attraversa soli.
Da genitori, se provassimo a ricordare la nostra personale guerra, forse potremmo farci osservatori attenti, non giudicanti, fermi nella presenza, anche nel tratto più arduo, accanto ai nostri figli.
E sperare basti loro per decidere che, nonostante tutto, valga la pena esserci.
Ricorda il tuo nome. Non perdere la speranza. Quello che cerchi sarà trovato.
“ISTRUZIONI Tutto quello che devi sapere per il tuo viaggio” - di Neil Gaiman e Charles Vess
Vita reale e digitale
Gli adolescenti di oggi vivono una doppia sfida: devono cavarsela nella vita reale e in quella virtuale.
Il digitale li allontana dalle relazioni autentiche e aggiunge nuove forme di vulnerabilità, bullismo, ansia da performance.
Apparire, confrontarsi, reggere.
L’aiuto che possiamo dare loro?
Esperienze vere. Concrete. Vive.
Uscire, toccare, vedere, ridere, sbagliare. Ricominciare.
E qui, cito la serie tv Adolescence perché ci ha raccontato qualcosa di spietato: mentre i genitori ritengono il figlio al sicuro con la tecnologia digitale nella propria cameretta, sono degli emoticon a spezzare due vite.
Quanto può essere fragile un mondo che si rompe a causa di icone grandi pochi pixel?
Prendersi cura dei propri figli assume significati diversi a seconda dell’età: modularsi rispetto alla loro crescita non è affatto semplice.
Ma è possibile.
Se non raccontano, raccontiamo noi.
Se non abbracciano, sfioriamoli noi.
Se sfuggono, restiamo presenza sicura.
Dalla libreria
Uno dei miei libri più cari, un viaggio attraverso i pericoli di un mondo sconosciuto eppure stranamente familiare.
ISTRUZIONI Tutto quello che devi sapere per il tuo viaggio - di Neil Gaiman e Charles Vess, Edizioni BD
Playlist 🎧
Questa newsletter è stata accompagnata dai testi di Ogni adolescenza - Tre allegri ragazzi morti
Post scriptum
Ti va di tornare un attimo alla tua adolescenza?
Qual è stata la cosa più difficile? Cosa ti è mancato? Cosa pensi avrebbe potuto aiutarti?
Essere testimoni inizia da qui.
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