Questa settimana: sotto l’ombrellone anche se a febbraio, sabbia e scoperta di una delle tre modalità del processo creativo.
Ciao!
Come stai? Benvenuta e benvenuto!
Questa pagina di diario racconta un’estate di qualche anno fa. È l’agosto del 2021, la nostra prima vacanza al mare con Dora duenne. Siamo elettrizzati all’idea di sabbia, onde e giochi sotto il sole!
Sotto l’ombrellone, ben unti di crema solare e con i nostri costumi multicolor, scopriamo un piccolo imprevisto: Dora non vuole togliere le ciabatte, non vuole sporcarsi i piedi. Proviamo in tutti i modi a farle cambiare idea, ma niente da fare: sarà così per tutta la vacanza.
La guardo un po’ smarrita. La sabbia è calda e morbida, una sensazione piacevolissima: Dora si sta perdendo una cosa bella e io provo amarezza.
A due anni, non si sarebbe dovuta rotolare nel fango, immergersi nella sabbia fino ai capelli e tornare a casa zozzissima?
Vi assicuro che questa scena, vista con gli occhi di una mamma arteterapeuta, provoca una frustrazione potente. Ma poi, dopo qualche pensiero ansioso, arriva un momento di lucidità: aveva mai avuto l’occasione di farlo davvero? No (aperta e chiusa parentesi lockdown 😷).
Devo aiutarla in questa difficoltà e, una volta tornati a casa, passiamo subito all’azione.
1- Decido il luogo: il tavolo della cucina è decisamente il più adatto per la missione. Con una bella tovaglia cerata sarebbe stato perfetto.
2- Scelgo i materiali artistici seguendo le propensioni di Dora: tempere a dita, fogli spessi, pennelli e spugnette. Ok, iniziamo così!
Cominciamo a familiarizzare con i colori attraverso lo strumento che la mette più a suo agio: il pennello. Ha la stessa funzione della sua ciabattina al mare: porre una distanza tra la sua pelle e il materiale.
Posare il pennello e passare alle mani è stato un cambiamento più repentino di quanto mi aspettassi: dopo qualche secondo di titubanza, infila le dita nel colore e nasce l’idillio.
Il gesto ritmico, l’immersione totale nei materiali, il giallo del sole che tanto la affascina; le sue mani danzano sul cartoncino. Dora è completamente immersa; scopre il piacere sensoriale dell’esperienza e ne rimane incantata.
È una sensazione simile a quella meditativa: Dora è talmente dentro al movimento corporeo da non avvertire altro.
Questo è un pasticcio!
No. Altrimenti ho sbagliato oggetto dell’email. 😆
Quante volte ho sentito dire: “Mio figlio non sa disegnare, fa solo scarabocchi.” Oppure: “No, le tempere a casa no, farebbe un disastro!”



Quel gran pasticcio si chiama concentrazione corporea (Milner 1992), ed è una delle tre modalità del processo creativo. Ed è proprio attraverso i sensi che, fin da piccolissimi, i bambini esplorano il mondo. Ma anche noi adulti possiamo riprovare questa piacevole esperienza.
Alla ricerca di sensazioni piacevoli, i materiali artistici vengono selezionati per le loro qualità fisiche: morbido, duro, secco, pastoso, umido, liscio, ruvido, pastoso, friabile, brillante, opaco, resistente e così via. Se il soggetto sperimenta questa modalità senza difendersene, ogni sensazione si diffonde in tutto il corpo e il soggetto perde una finalità oggettuale, non si accorge più del tempo che scorre.
“Arte terapia. La prospettiva psicodonamica” di Mimma Della Cagnoletta
Hai saltato questa fase con i tuoi bambini?
Nessun problema, puoi recuperare ora! Ecco come, in 5 passi:
Prepara l’ambiente. Scegli una zona della casa che puoi proteggere facilmente.
Vesti il tuo bambino nel modo giusto. Usa vestiti dedicati alle attività creative o un bel grembiule.
Offri i materiali adatti. Tempere (per le dita se ha meno di tre anni), farina, gessetti e un supporto robusto che possa sostenere sia il movimento sia la quantità di materia utilizzata dal bambino.
Aggiungi strumenti divertenti. Spugnette, pennelli, cucchiai, foglie... vale tutto!
Stai con lui. Osservalo, imitalo, partecipa: anche tu puoi riscoprire il piacere dei sensi!
È infinitamente piacevole poter immergere le mani nella tempera e lasciare il proprio segno, in completa libertà sensoriale. Ascoltati, vai dove il colore e i sensi ti portano. Vedrai che, da questa immersione totale nei materiali, è difficile uscirne. Si entra in una dimensione parallela, dove il colore, il piacere del tatto e il ritmo del gesto ripetuto, diventano una culla in cui ci si sente bene.
Quando i bambini crescono iniziano a dipingere in modo più complesso: organizzano lo spazio, disegnano personaggi, raccontano storie; si allontanano da questa modalità, ma non la dimenticano!
Concedi ai bambini di sporcarsi, ne hanno bisogno. Non desideri che guardino la vita solo dalla razionale superficie, giusto? Vorresti donare loro il coraggio di poter entrare nelle cose in profondità lasciandosi guidare dai sensi? Inizia da qui.
Cosa ti puoi chiedere mentre osservi il bambino?
Il foglio è sufficientemente grande?
Ha bisogno di una base più spessa perché questa rischia di bucarsi?
La base gli offre il giusto contenimento?
Che ritmo ha? Dolce e leggero, o forte e duro?
Aggiungi della musica e osserva cosa succede.
Memo Finale:
👉 Se il tuo bambino non ama sporcarsi. Procurati un pennello come strumento per iniziare a dipingere, potrebbero servire più passaggi per arrivare a utilizzare le mani. In tal caso tieni pronte spugnette, rulli, timbri, materiali naturali o di riciclo. Attendi, guardalo muoversi assecondando i suoi bisogni. Non accelerare, e non frenare, donagli il tempo della scoperta.
👉 La tua bambina non usa le dita ma tutto il corpo e sporca dappertutto? Forse ha bisogno di iniziare da un supporto più grande, tipo un lenzuolo. Potrai provare a ridimensionare la base in seguito, sempre seguendo il suo ritmo. E fornirle pennelli e altri oggetti che creino progressiva distanza dall’opera e poterne infine uscire.
👉 Non ama le tempere? Inizia con altri materiali, nessun problema. L’intento è quello immergersi nella concentrazione corporea, una delle tre indispensabili modalità del processo creativo.
👉 Trova un posto per l’opera del tuo bambino. Il tuo bambino ha creato qualcosa che prima non c’era, serve che gli venga riconosciuto. Se per la prima volta è riuscito a sporcarsi, sottolinea questa sua nuova capacità. E poi, se vuoi, appendi l’opera a casa, valorizzala!
Non pensare che la concentrazione corporea sia solo una modalità adatta ai bambini, tutt’altro. Adolescenti o adulti utilizzano parecchio tempo per creare il colore, mixando la giusta quantità di materiale e mescolando all’infinito: è la stessa cosa.
Viaggiamo tutti tra profondità e superficie. Nella profondità ci si può perdere. Dalla superficie si può temere di scendere. Entrambi sono luoghi da scoprire. E queste sono buone tecniche per esercitare anche i bambini, a entrare davvero dentro le cose e poi poter risalire.
Ti è piaciuta questa newsletter? Contribuisci a far arrivare Sirenamente lontano e condividi la pubblicazione. Grazie! 💗
E tu, hai mai vissuto la concentrazione corporea? Me lo racconti?