Un esperimento che ha cambiato la psicologia infantile 👩🏻🦱👶🏻
La Strange Situation e l’attaccamento
Ciao!
La settimana scorsa ero al parco con altre mamme e, mentre i nostri bambini giocavano allegramente, noi discutevamo sui tipi di attaccamento.
Immagino i possibili commenti: "Oh mamma che noia! Qualcosa di più leggero, no?". Come darti torto anche se, devo essere sincera, la teoria dell’attaccamento è stata per me uno degli argomenti di studio più interessanti, e un approfondimento significativo a livello personale.
Infatti ho sorriso quando una delle amiche ha detto: “Bisognerebbe studiarlo a scuola!”
Io credo fermamente che la psicologia dovrebbe far parte del nostro bagaglio culturale fin dalla scuola secondaria di primo grado, e non essere materia di studio solo per pochi volenterosi. Tuttavia, inizierei dalla base: l’integrazione dell’educazione emotiva a partire dalla scuola dell’infanzia e primaria.
Prima di parlarti dei vari tipi di attaccamento, vorrei raccontarti come gli psicologi sono arrivati a sviluppare questa teoria. Hai mai sentito parlare della Strange Situation? È un argomento molto affascinante! Partiamo da John Bowlby, psicologo, medico e psicoanalista britannico (1907-1990).
John Bowlby fu il primo a riconoscere la necessità fondata biologicamente dell’attaccamento tra un bambino e il suo caregiver. Secondo Bowlby, il sistema comportamentale dell’attaccamento è progettato per aumentare la probabilità di sopravvivenza.
Nelle sue ricerche, Bowlby valutò quanto fosse importante la disponibilità del caregiver a fornire conforto, così come la sensibilità e la prontezza nella risposta ai bisogni del bambino.
Inoltre, la principale meta del sistema di attaccamento non è la distanza ma piuttosto la “sicurezza percepita” dal bambino.
Ma cos’è che rende possibili gli attaccamenti sicuri nella prima fanciullezza e per tutto l’arco della vita?
Bowlby era insoddisfatto delle spiegazioni della psicanalista Melanie Klein (ti ricordi la sua teoria sull’invidia? Ne avevamo parlato in una newsletter, rileggila qui!). Infatti, Klein attribuiva lo sviluppo psicologico sano alle sole fantasie interne del bambino, ma Bowlby riteneva questa visione parziale e limitante.
Bowlby studiò bambini orfani, ospedalizzati, in situazione di guerra e definì che la reazione iniziale alla separazione traumatica era la protesta, seguita dalla disperazione che lasciava poi il posto all’indifferenza.
Non sentirsi più emotivamente coinvolti, è la difesa applicata per non sentire dolore.
Negli anni '50, John Bowlby elaborò la teoria dell’attaccamento osservando i danni psicologici nei bambini separati precocemente dai genitori. Per Bowlby, il legame con la figura primaria di cura (caregiver) non era solo una questione di nutrimento (come sostenevano i comportamentisti), ma una necessità biologica e affettiva, cruciale per lo sviluppo sano del bambino.
A questo punto entra in scena Mary Ainsworth, psicologa dello sviluppo canadese. Trasferitasi a Londra dopo il matrimonio, rispose a un’offerta di lavoro pubblicata da Bowlby sul Times. Fu così che i due iniziarono a collaborare.
Guarda te, cosa può succedere rispondendo a un annuncio!
Mary Ainsworth, ahimè decisamente meno nota di Bowlby, diede un contributo fondamentale: scoprì che il sistema di attaccamento è in realtà malleabile e che le differenze qualitative nel comportamento di attaccamento delle persone dipendono dalle cure ricevute dai caregivers.
Ainsworth era convinta che lo studio dello sviluppo non ben riuscito era poco utile per comprendere lo sviluppo normale dell’attaccamento così, dopo essersi trasferita nel 1954 a Kampala, in Uganda, lanciò il primo studio naturalistico longitudinale: per 9 mesi Ainsworth osservò 26 famiglie con bambini ancora da svezzare.
Notò un dettaglio cruciale: i bambini si allontanavano per esplorare solo quando si sentivano sicuri. Quando la madre si allontanava, la loro esplorazione diminuiva.
Questo concetto chiave, la “base sicura”, divenne un pilastro della teoria dell’attaccamento.
Ainsworth capì che non è la quantità delle cure che contava ma la qualità, la sensibilità della madre (o caregiver) nel rispondere ai segnali del bambino.
E così arriviamo alla Strange Situation: sviluppata per la prima volta in Baltimora nel 1964, questa procedura per studiare la relazione bambino genitore portò a un’esplosione della ricerca che ha fatto della teoria dell’attaccamento il paradigma dominante della psicologia dello sviluppo contemporanea.

La strange situation
La Strange Situation è una valutazione strutturata dell'attaccamento tra le madri e i loro bambini di circa 12 mesi; è fatta in lavoratorio, ed composta da 8 episodi della durata complessiva di circa 20 minuti. Ainsworth progettò l'esperimento all'Università Johns Hopkins.
Durante l’esperimento:
madre e bambino venivano messi in una stanza gradevole, piena di giocattoli
il bambino esplorava con la madre presente
il bambino e la madre affrontavano due separazioni, attraverso l’uscita della madre dalla stanza
il bambino era esposto alla presenza di un estraneo (con esperienza professionale nella sorveglianza dei bambini)
Lo studio del comportamento del bambino in queste situazioni permise ad Ainsworth di identificare tre stili di attaccamento principali, ciascuno associato a modalità differenti di relazione con la figura primaria.
Per ora, direi che è abbastanza. Non voglio rischiare che ti appisoli, anche se questo passo storico della psicoanalisi evolutiva è davvero coinvolgente!
Nella prossima newsletter ti racconterò i risultati di questi studi: non perdertela! 💃
Paese che vai, usanza che trovi
Infatti, le conclusioni diverse raggiunte dagli studi fatti in Uganda e in Baltimora sono interessanti: Ainsworth ipotizzò che i bambini americani fossero più abituati all’andare e venire delle madri, e quindi continuassero a esplorare anche in assenza della figura materna. Diversamente dai bambini ugandesi, più “aderenti” alla presenza del caregiver.
Gli stili di attaccamento esistono in ogni cultura, ma la loro distribuzione può variare in base al contesto sociale e culturale.
Anche questo aspetto lo approfondiremo nella prossima newsletter! 💃
Post scriptum
Lo studio dei vari tipi di attaccamento non cambia il tuo stile di attaccamento, ma può aumentare la tua consapevolezza. E questa è già un’ottima base per lavorarci, soprattutto con l’aiuto di un professionista, se ti sembra che lo stile di attaccamento che hai non ti aiuti a vivere le relazioni in modo sano.
Se sei preoccupato per lo stile di attaccamento di tuo figlio, invece, puoi iniziare a fare qualcosa tu: affinché questa preoccupazione si dipani (alcune ansie raccontano qualcosa di noi, non necessariamente della persona a cui sono riferite) oppure, se necessario, entri in azione.
Non è mai troppo tardi. Né troppo presto. Ora è sempre il momento perfetto.
Hai delle domande? Scrivimi.
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aspetto il seguito! <3
Beh, già sai come la penso…❤️Grazie per diffondere il verbo, non è mai abbastanza!!! Secondo me l’educazione, gli strumenti, il sapersi relazionare e rapportare derivano tutti in primis da una educazione sentimentale, l’educazione dei e ai sentimenti… da lì parte tutto