Ciao!
Questa settimana entriamo nel vivo in uno dei temi che più mi sta a cuore: la maternità.
Se sei un papà, non chiudere subito questa email pensando non ti appartenga. Tutt’altro: nella coppia è necessario poter riconoscere le fatiche dell’altro. Arriverò anche da te, continua a leggere fino al Parere dell’esperta.
A proposito, mamme aiutatemi: se a questa newsletter non sono iscritti i papà, condividetela con loro. Potrebbe diventare fonte di dialogo e crescita anche per la coppia.
Diventare mamma è, senza dubbio alcuno, l’evento più straordinario che abbia vissuto. Sono grata e onorata nell’aver potuto dare alla luce mia figlia.
Ma non posso dire sia semplice: quando nasce un bambino, nasce una madre (senza manuale delle istruzioni).
Se durante il corso pre-parto ti danno un quadro dettagliato di come smarcare le faccende pratiche, nessuno ti dice quali siano i cambiamenti psichici che dovrai affrontare.
Nel bel mezzo del meraviglioso evento della maternità, il più incredibile che la vita ci possa offrire, nascono anche sentimenti di inadeguatezza, sensi di colpa, ansie e preoccupazioni.
Donald Winnicott, pediatra e psicanalista inglese, introduce il concetto di “madre sufficientemente buona” per descrivere una madre che, pur non essendo perfetta, è in grado di rispondere in modo adeguato ai bisogni del bambino.
Mentre studiavo arteterapia e dopo la nascita di Dora, mi sono chiesta infinite volte quanto fosse questo sufficientemente.
Buona quanto? Volevo scoprirlo. Perché mi sembrava il punto focale, la svolta, la soluzione per crescere in armonia con mia figlia.
Sufficientemente: una parola in mezzo tra troppo, e non abbastanza.
Ho iniziato a immaginare come questa bontà potesse essere un equilibrio tra eccesso e negazione; ma anche come quella giusta misura fosse complicata da raggiungere.
Così mi è venuta in mente un’altalena basculante, in cui si sale e si scende grazie al peso dell’altro; ti sarà capitato da bambina o bambino di avere un compagno di giochi che ne fermava il movimento, perché era di un peso maggiore del tuo o viceversa.
Ecco, in una relazione fossilizzata, in cui qualcuno sta sempre giù (nel troppo poco) o su (nel troppo), non ci può essere la dinamicità che rende la relazione stessa funzionale e felice per entrambi.
Jacques Lacan, psicoanalista, psichiatra e filosofo francese, alla domanda qual è una madre sufficientemente buona? risponde così: “Una madre che continua a essere una donna, una madre che conserva la sua attenzione per il mondo.”
Ho riflettuto molto su questo modello.
E ho scoperto che il mio personale valore del sufficiente si verifica quando sia io sia mia figlia siamo emotivamente soddisfatte.
Facciamo finta di avere una bilancia che misura il mio e il suo benessere emotivo; la situazione deve essere equa, tra lei e me ci dev’essere equilibrio e movimento. Così:
Sono consapevole di non poterle dare il massimo se non riesco a coltivare le mie passioni e a nutrire le relazioni con le persone che amo.
Anche se in questo modo le offro meno spazio, so che dopo aver fatto qualcosa per me sarò più accogliente, serena e rilassata nel dedicarle del tempo di qualità.
E, parallelamente, insegno a mia figlia, di cui sono il modello principale, l’importanza del prendersi cura di sé stessa.
La passioni e le relazioni coltivate da entrambe riempiranno così anche il vuoto che si creerà naturalmente man mano che ci allontaniamo l’una dall’altra, durante la sua crescita.
La giusta distanza relazionale muterà nel tempo, ma la domanda che mi dovrò porre sarà sempre la stessa: la relazione tra me e mia figlia è soddisfacente per entrambe?
E tu? Ti dedichi del tempo? Riesci ad alleggerirti dai sensi di colpa e dal concetto di perfezione?
Stasera prova a pensare a questo sufficientemente. In fondo è un 6, non un 10 e lode.
ps: l’argomento è molto vasto, non si può esaurire in una newsletter, ne parlerò ancora prossimamente.
Intanto, se pensi che questo tema possa sostenere una mamma o un papà, condividi questa newsletter!
Vita vera
Dora non veste più abiti della fascia 0-6.
Domenica siamo andati a comprare vestiti nuovi e con mio grande subbuglio interiore, ho scoperto che, pur non avendo ancora compiuto 6 anni, la sua taglia ora è nella zona 6-14.
Come siamo arrivate lì, non lo so: accanto a lei la vita mi sembra accelerare.
Con sguardo spento mi sono guardata intono in una zona in cui non ci sono pois, Minnie e colori fluo; ma vestiti trendy dai colori insipidi.
Intanto mio marito Danilo vede in lontananza una felpa dei Nirvana. Gliel’ho regalata a Natale di due anni fa, e ora ovviamente non le sta più. Quella appesa sulle grucce è identica, ma sta nel reparto 6-14.
La felpa finisce dritta nel nostro carrello, donandoci una dolce carezza di continuità.
Si può crescere con la stessa felpa (o quasi).
Mai sole
Settimana scorsa è ripartito “Mai sole”, il mio progetto di arteterapia per gruppi di mamme.
L’idea di “Mai sole” e quello di creare un luogo di incontro dove le madri possano conoscere altre mamme che vivono fatiche simili alle proprie, con cui condividere le proprie esperienze e affrontare sfide quotidiane, grazie all’aiuto dei materiali artistici.
Per partecipare non servono abilità artistiche o conoscenze tecniche. Partiremo da linee basiche e piano piano arricchiremo il nostro percorso.
Care mamme, vi aspetto. Non bisognerebbe mai sentirsi sole, c’è sempre un modo per colmare quel vuoto.
Se ti incuriosisce, scrivimi per chiedere informazioni.
Il parere dell’esperta
La settimana scorsa ho partecipato a un webinar aziendale in cui spiegavano che come benefit avrebbero offerto supporti psicologici e educativi.
Dora chiede: Mamma, cosa dicono?
Io: Dicono che è possibile avere l’aiuto di un professionista per ricevere consigli su come crescere i bambini.
Dora: Mamma, ma chi ti aiuta a crescere i bambini è il papà, dai!!! (ride come se pensasse che la stessi prendendo in giro)
Canzone della settimana
La canzone La prima cosa bella fu ispirata dalla nascita di Ketty, la primogenita di Nicola Di Bari.
«Quando me la portarono dissi: porca miseria, ma questa è mia. E parlando con mia moglie le dissi: questa è la nostra prima cosa bella».
Ascolta il brano, nella versione cantata da Marika Ayane.
Dalla libreria
Una mamma è come una casa di Aurore Petit
La regina dei baci di Aertssen Kristien
Tutti i disegni, le animazioni e le elaborazioni delle immagini sono creati da me e di mia proprietà! Se vuoi condividerle puoi farlo insieme al nome della loro autrice, grazie!
Si ma se mi arriva la tua newsletter alle 10 del mattino poi mi fermo a leggerla e non lavoro piu :P
Cmq congratulazioni, bellissimo progetto quello che stai facendo..
E si, è davvero difficile trovare un equilibrio soprattutto quando sono molto piccoli, direi fino ai 2 anni e mezzo.. è una BELLA sfida.. e poi quando iniziano a crescere e essere più grandi ti accorgi di avere un po' più libertà ma ti accorgi anche che gli anni sono volati e loro sono già dei piccoli ometti.. Pietro ha 3 anni e mezzo ora, ed è il mio impegno ma anche il mio divertimento più grande ora :)