In una scatola c'è più di quel che pensi 📦
Dora ci ha messo i brutti sogni. Io la rabbia. E tu?
Questa settimana: rabbia, aggressività e come contenerle.
Ciao!
Questa newsletter è dedicata alle scatole, utilissimi parallelepipedi di cartone o materiali più pregiati, che fungono da oggetto fondamentale per traslochi, per accantonare le foto dell’ex fidanzato, per mettere ordine nel caos.
Non so se l’arteterapia mi abbia condizionata, ma se c’è una cosa che fatico a buttare, sono le scatole: che siano graziose e preziose, o grandi e malridotte, mi chiedo sempre se non possano trovare una seconda vita.
Dora le ha amate fin da piccola: ai sonagli e i peluche, preferiva le scatole.



Scatole e rabbia, una combo perfetta!
Ora che Dora ha imparato a vivere la rabbia, passiamo allo step due: insegnarle come contenerla.
Non so come siano le tue giornate in questo periodo, le nostre esplosive. Tra l’avvicinarsi della fine dell’anno scolastico, la stanchezza e il lavoro accumulato, l’adrenalina e le incertezze sul nuovo percorso che ci attende a settembre, non mancano stress e rabbia.
Ti ho già raccontato della borsetta per contenere la tristezza (se hai perso la newsletter la trovi qui), ma c’è un altro strumento che uso spesso durante gli incontri di arteterapia per contenere le emozioni: la scatola.
In terapia, come nel gioco, la scatola diventa un contenitore emotivo. Ma per funzionare davvero, va usata consapevolmente.
Oggi ti racconto come utilizzare la scatola della rabbia. C’è qualche altra emozione che vorresti esplorare? Scrivila nei commenti.
Vivi la rabbia
Il primo passo perché un’emozione non faccia del male né a se stessi, né agli altri, è legittimarla. Ai bambini va insegnato che la rabbia si può e si deve provare. Che è umana, naturale, lecita.
Una volta riconosciuta, però, la rabbia va contenuta e trasformata, per evitare che esploda o imploda.
Nei contesti educativi, a casa e in famiglia, il ruolo dell’adulto è aiutare il bambino a riconoscere, nominare e incanalare l’aggressività in forme costruttive, come il gioco simbolico, l’arte, il dialogo.
Se repressa o ignorata, la rabbia può fare del male. Se accolta e guidata, diventa energia creativa e capacità di autodeterminazione.
"Amore e odio costituiscono i due principali elementi sui quali si costituiscono le vicende umane, ed entrambi implicano aggressività."
Il bambino deprivato di Donald Winnicott, pediatra e psicanalista
Attenzione, l’aggressività non è solo fisica, è anche verbale. Spesso commettiamo l’errore di attribuirla al mondo maschile. Invece, no! Vive in noi femmine tanto quanto nei maschi, semplicemente spesso passa più dalla lingua che dai muscoli.
Le donne tendono a esprimere l’aggressività in forme più indirette o relazionali: pettegolezzi, esclusione sociale, manipolazione emotiva.
La scatola della rabbia
Ecco come si costruisce e come si usa.
Costruzione
Procurati una scatola (da scarpe va benissimo) e decorala insieme al tuo bambino: tempere, colla, carta colorata, brillantini, tutto è concesso. Deve diventare sua.Espressione fisica
Quando arriva un momento di rabbia, aiuta il tuo bambino a scaricare il corpo: si può saltare, stringere una pallina antistress, buttare palline di carta contro un muro. Il movimento aiuta a liberare l’aggressività e a stemperarla.Espressione creativa
Integra la parte artistica: con pastelli e pennarelli, i bambini possono dare forma alla rabbia su un foglio; oppure anche accartocciarlo o strapparlo, senza dare spiegazioni. Attenzione, il processo fisico e quello artistico non sono indipendenti: insieme compongono il processo creativo.Il gesto simbolico
Una volta espressa, la rabbia disegnata o scritta si ripiega, si ripone nella scatola e si chiude il coperchio.
Questo gesto simbolico è fondamentale: sposta l’emozione da dentro a fuori, la rende contenuta in un luogo sicuro, visibile. Non è più minacciosa.
Il parere dell’esperta
Io: “Dora cosa ne pensi delle scatole?
Dora: ”Si possono fare cose magnifiche con le scatole! Basta avere pennarelli, tempere e colle glitter. Ah, anche le forbici; non dimenticarle mamma. Ad esempio puoi attaccare stickers, puoi fare una maschera… Quello che vuoi!”
Silenzio.
Dora prosegue: “Puoi creare persino una scatola per i brutti sogni come quella che abbiamo fatto noi, mamma!”
Questa è una nuova scoperta che sta aiutando Dora negli incubi notturni, ci torneremo.
Giocare con le scatole
Spesso sottovalutiamo gli oggetti più semplici: non costano nulla e stimolano la fantasia.
Nel corso degli anni, io e Dora abbiamo creato tantissime cose grazie alle scatole. Una scatola è diventata casa, un’altra libro, un’altra ancora maschera di Halloween; poi abbiamo costruito letti per le bambole, computer portatili e varie sculture. Quest’anno, grazie all’idea delle maestre della scuola dell’infanzia di Dora, abbiamo persino preparato un presepe di famiglia in una scatola!
Fai un esperimento: dai ai tuoi bambini qualche scatola vuota e chiedi loro di farne cosa vogliono. Osserva. Sarà una sorpresa vedere quanto tempo trascorrono a giocarci e quanta immaginazione può emergere.
Poi fammi sapere.






Dalla libreria
Che rabbia! di Mireille d’Allancé, Babalibri
Un libro perfetto quando si lavora sul contenimento emotivo della rabbia.
Se deciderai di leggerlo con i tuoi bambini, procurati una scatola.
Ti è piaciuta questa newsletter? Contribuisci a far arrivare Sirenamente lontano e condividila. Grazie! 🌊
Tutti i disegni, le animazioni e le elaborazioni delle immagini sono creati da me e di mia proprietà! Se vuoi condividerle puoi farlo insieme al nome della loro autrice, grazie!
Bellissimo episodio, Sabri! Giusto ieri ho ricopiato un po' di frasi del mio amato Janusz Korczak; fra cui questa:
"Nella teoria dell'educazione ci scordiamo che dobbiamo insegnare al bambino non solo ad apprezzare la verità, ma anche a riconoscere la menzogna, non solo ad amare, ma anche a odiare, non solo a stimare, ma anche a disprezzare, non solo ad acconsentire, ma anche a indignarsi, non solo a sottomettersi, ma anche a ribellarsi.
Spesso incontriamo persone adulte che si indignano dove basterebbe disprezzare e sdegnano dove bisognerebbe compatire. Nel campo dei sentimenti negativi siamo infatti degli autodidatti, perché quando ci insegnano l'abbecedario della vita ci fanno apprendere solamente alcune lettere e le altre ce le nascondono. C'è da stupirsi quindi se leggiamo male?"
(Da "Come amare il bambino")